Delineare la figura di Benedetto Antelami è un compito difficile.
Universalmente conosciuto per la sua attività documentata dalla nota epigrafe del pulpito della Cattedrale di Parma rappresentante la Deposizione di Cristo (1178), la biografia dello scultore rimane in realtà, come la maggior parte degli artisti fino allo scadere del XII secolo, avvolta nel mistero.
Da dove proviene? È anche architetto?
Si formò in Francia, in Provenza al Saint-Trophime di Arles, oppure in Île-de-France studiando le novità delle costruzioni di Chartres, Le Mans, Bourges, Notre-Dame a Parigi?
O si formò sull'antico, che in Italia certo non mancava, re-interpretandolo in chiave più espressiva, differenziandosi in questo dalle più salienti emergenze di epoca romanica.
Uno stile tuttavia aulico e raffinato, non diretto, basato su sottilissime trame geometriche volte a far «percepire lo spazio come sistema proporzionato e ordinato».